mercoledì 13 maggio 2009

PRIMA DELLA MONTAGNA

Tra mito e realtà...
Si vuole che la zona dei Faraglioni e dell'isola Lachea di Acitrezza siano stati scenario della mitologia: essi stessi rappresentano i massi che Polifemo lanciò ad Ulisse.
Ulisse, nel suo pellegrinaggio lungo il Mediterraneo per tornare nell'isola di Itaca dopo l'assedio di Troia, approda in un'isola, la "Terra dei Ciclopi", dove chiede ospitalità al gigantesco e selvaggio Polifemo. Il ciclope, però, gli uccide alcuni compagni e li divora. Per salvarsi, Ulisse fa ubriacare di vino il rozzo gigante, gli acceca l'unico occhio e così può tornare ad imbarcarsi. Inutilmente il ciclope accecato tenterà di colpirlo lanciandogli come massi le cime di alcuni monti identificate dalla leggenda nei "Faraglioni di Acitrezza".

Ma ci sono anche altre legende e questa spettacolare zona è stata scenario delle novelle di Giovanni Verga e del famoso film di Luchino Visconti, "La terra trema" del 1948, lungometraggio girato con attori non professionisti scelti tra i pescatori di Acitrezza che riprende i fili del romanzo verghiano.
Ma... in realtà?
Da dove si sono formate queste splendide costruzioni della natura e perchè l'isola è bianca nonostante si trovi in una zona in cui la costa è caratterizzata dalla pietra lavica?
La spiegazione ci arriva dalla geologia.

Dove oggi sorge il vulcano più alto d’Europa, esisteva durante l'era Quaternaria una ampio golfo “pre-etneo”, lungo il quale correva (e corre tuttora) la linea di contatto fra le zolle eurasiatica e africana. Dall’attrito fra le due placche prese avvio, a partire da 600 mila anni fa, un lungo periodo di attività vulcanica sottomarina.

In questo quadro si inserisce, mezzo milione di anni fa, la nascita dell’Isola Lachea e dei faraglioni, sorti dal mare in seguito a imponenti movimenti terrestri di innalzamento che fecero affiorare in superficie isole e isolotti formatisi precedentemente in ambiente sottomarino. E che l’origine di queste formazioni rocciose sia proprio magmatica, è confermato dalla semplice osservazione delle masse basaltiche e delle lave, massicce o colonnari, presenti tanto sull’Isola Lachea che sui faraglioni. I basalti, nella parte sommitale di Lachea e del Faraglione Grande, appaiono ricoperti da argille biancastre, dette “marne”, altro non sono che un remoto ricordo dell’antichissima, preesistente, piattaforma argillosa pleistocenica.

marna

Varie ipotesi sono state avanzate dagli studiosi per spiegare l’evoluzione nel tempo dell’arcipelago. Secondo un’attendibile ricostruzione, al posto della moltitudine di affioramenti vi sarebbe stato in origine un unico blocco marnoso, lungo circa un chilometro, che gradualmente subì la lenta e incessante attività erosiva di mare e vento, dando vita all’attuale conformazione a isole e faraglioni, circondati da un diadema di scogli.
Le Isole dei Ciclopi, dunque, derivano da un unico blocco vulcanico, mentre la copertura rocciosa biancastra sulle sommità dell’Isola Lachea e del Faraglione Grande altro non è che l’antica argilla deformata e indurita dal calore del magma. Nel punto di contatto possono trovarsi dei caratteristici cristalli di analcime, un minerale composto da allumo-silicato di sodio.

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